Asta del pesce a Porto Ercole

by admin on 24/09/2018

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Abbiamo trovato un solo peschereccio ormeggiato quando siamo arrivati al porto sotto il borgo di Porto Ercole. Qui i pescatori erano occupati a riempire delle cassette bianche selezionando “il pescato” a seconda del tipo di pesce. Le cassette, una volta riempite sono state messe in file ordinate lungo il molo vicino dove attraccano tutti i pescherecci.

Intanto, qualche addetto ai lavori è arrivato con un camion e lo ha parcheggiato lungo la strada di fianco al molo, così da facilitare il trasferimento delle cassette dal peschereccio al camion.

Quando tutte le diverse qualità di pesce sono state selezionate all’interno di ciascuna cassetta, i pescatori si sono messi in fila per passarsele dall’uno all’altro, fino all’ultimo pescatore della fila che si trovava accanto al camion che le metteva in ordine all’interno del cassone. Da qui, i pesci sono stati trasferiti in un capannone dove ha luogo l’asta.

Un altro peschereccio è arrivato un po’ di tempo dopo e così abbiamo potuto assistere a tutte le fasi delle operazioni meticolose dell’approdo. Dall’attracco al molo fino allo scarico e alla suddivisione del pescato per varietà, dimensioni e categorie e poi fino a che tutto il pescato non era sistemato all’interno del camion che lo avrebbe trasportato al capannone dell’asta.

All’arrivo del peschereccio sono cominciate le operazioni di attracco e ormeggio, così, il pescatore che stava in piedi a poppa ha lanciato la cima alla cui estremità è legato un peso di piombo che serve a dare la traiettoria voluta alla corda che altrimenti non ha la forza dinamica necessaria a determinare il punto in cui la si vuole far ricadere. Così, infatti, è solo il peso del piombo che consente alla corda di arrivare quasi ai piedi dell’ormeggiatore che aspetta di prenderla. Infatti, è stato solo dopo qualche tentativo che l’ormeggiatore è riuscito a prenderla e a legarla attorno ad una bitta. Poi, il capitano ha pilotato la brca virando a 180˚ e poi accostandosi al molo con la retromarcia. Quando era abbastanza vicino alla banchina, altri due pescatori hanno gettato le due corde con gli anelli verso altri due ormeggiatori che le hanno prese avvolgendole poi ad altre due bitte.

Finite le operazioni di ormeggio, era tempo di sistemare i diversi tipi di pesce nelle rispettive cassette, così come avevano fatto i pescatori del precedente peschereccio.

Quando siamo arrivati nel grande ambiente dove si svolge l’asta, qualche operaio aveva già sistemato le cassette su dei montacarichi e quando le nuove cassette cariche dei pesci del successivo peschereccio sono arrivate, le hanno sistemate secondo un loro criterio di smistamento per varietà di pesce, accanto alle altre a seconda delle diverse specie e nell’ambito della stessa varietà graduandone la rispettiva qualità: prima, seconda e terza.

Ho chiesto al Capo-Asta, che viene chiamato “Astatore” delle informazioni circa i nomi delle varietà del “pescato” che era stato esposto all’asta ed ecco la lsta dei pesci che formava il “pescato” del giorno

  • Calamaro

  • Panocchia

  • Sogliola

  • Aragosta

  • Gambero

  • Triglia

  • Merluzzo

  • Totano

  • Orata

  • Polpo moscardino

  • Polpo di scoglio

Vita dura quella dei pescatori! Vanno in mare durante la notte, o meglio, nelle primissime ore del mattino, intorno alle 2, e tornano alle 19/20 della sera successiva e come abbiamo potuto vedere, immediatamente, senza perdere tempo, dopo l’attracco del peschereccio si procede allo scarico e alla selezione del pesce per dar luogo nel più breve spazio di tempo possibile al suo piazzamento nel mercato attraverso l’asta! Il tutto ad una velocità veramente incredibile. Questa volta i pescatori di Porto Ercole sono andati a pescare nelle acque dell’isola di Giannutri, calando le reti ad una profondità compresa tra i 70 e i 200 m circa.

Intanto, nel capannone dell’asta, una serie di potenziali acquirenti provenienti dai più svariati mercati come Genova, Roma, Napoli etc…si riunivano intorno alle cassette studiandone attentamente il contenuto e soppesandone il valore e la convenienza. Quasi senza che i “non addetti ai lavori” come noi, si rendessero conto, tra questi e l’Astatore si verificava uno scambio di battute contenenti offerte e domande; proposte e controproposte. Un incontro tra definizioni di prezzi pronunciati tra i denti e di brevi frasi sincopate che pure arrivavano e rimbalzavano dal mittente ai destinatari e da questi all’astatore ad un ritmo così serrato che le cassette dei pesci sparivano e venivano acquistate ancora prima che le ultime in arrivo fossero sistemate accanto alle altre.

Forse anche se il tempo a disposizione era insufficiente, abbiamo potuto capire il senso di questa misteriosa quanto importante negoziazione: il pesce è un prodotto estremamente deperibile ed è di fondamentale importanza ridurre al minimo il tempo che intercorre tra la pesca ed il consumo.

L’asta del pesce è una sintesi estrema di accordo di compravendita che deve consumarsi attraverso gesti, parole e decisioni quasi fulminee, una sorta di rito magico che si svolge sempre nello stesso modo da centinaia di anni. Avevo assistito all’asta del pesce anche due anni fa a Porto Santo Stefano. E allora avevo raccolto le informazioni in “Il Consorzio Pesca di Santo Stefano

Comunque, nonostante la velocità della negoziazione tutto il prodotto pescato, esposto, offerto e poi venduto viene registrato e alla fine, tutti i dati sono inviati ad una sorta di “Registro Centrale”.

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