La Parrina – Antica fattoria

by admin on 11/11/2016

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La Tenuta la Parrina è stata fondata nel 1830 dal banchiere fiorentino Michele Giuntini quando una grande parte della Maremma era palude e la malaria era una delle principali cause di morte tra la gente. I diritti dei lavoratori erano zero e tutte le aziende agricole praticavano l’appoderamento e la mezzadria.

Questa situazione permaneva così fino al 1950, quando la riforma agraria ha determinato la svolta dell’antico assetto agrario della Maremma.. Lo Stato aveva espropriato i due terzi della proprietà della tenuta dei Giuntini per assegnarla ai mezzadri che diventavano così proprietari di un lotto di terreno e la proprietà dei Giuntini si riduceva così da 1800 ettari a 600 ettari.

Dopo 185 anni circa, la Parrina è diventata una grande azienda agricola con una vasta produzione pluriculturale. Quindi, la nosta visita svolta nel mese di novembre ci consente di dare solo uno spaccato. Sarebbero necessarie ulteriori visite durante le diverse stagioni di coltivazione e raccolta dei prodotti per poter realizzare una relazione abbastanza completa.

La nostra guida Massimiliano ci ha mostrato la cantina dove c’erano grandi contenitori di acciaio e di calcestruzzo. Poi siamo entrati dove c’erano tante botti di legno, le cosidette barrique di quercia che hanno una capacità di 225 litri, costruite con il rovere dalla Slovenia. Il vino viene stoccato così per poter assimilare i vari gusti del legno.

Nella cantina abbiamo visitato i diversi angoli allestiti per l’esposizione dei vini della Parrina:

  • il pregiato vino rosso D.O.C. «Muraccio», cosiddetto perchè nei vigneti che producono l’uvaggio (Sangiovese 80%; Cabernet Sauvignon 10%; Merlot 10%) sono state ritrovate le rovine murarie di una villa romana risalente al periodo tra il I sec. a.C. e il II sec. d.C. Dai ritrovamenti di numerosi frammenti di anfore contenenti il marchio delle famiglie romane che esportavano il vino in quei secoli, da queste stesse colline maremmane fin nelle varie regioni del nord Europa, risulta che in questo territorio si estendevano le coltivazioni della vite già 2.000 anni fa. Secondo Massimilano, il vino che si produceva in quel periodo pur producendo lo stesso effetto di inebriatezza in chi lo beveva non era della stessa qualità dei nostri vini perchè era arricchito con aromi e profumi che lo rendevano sicuramente non così gradevole al palato come quello dei nostri giorni.

  • Il Parrina Sangiovese D.O.C. (100% Sangiovese);

  • Il Parrina Merlot Radaia IGT (Uvaggio Merlot 100%);

  • diversi vini bianchi come il ”Poggio della Fata” IGT,(60% (Sauvignon Blanc e 40% Vermentino; il Vermentino della Parrina e l’Ansonica della Costa dell’Argentario, e tutti sono DOP o IGT, ma non sono biologici. Comunque, quest’azienda pratica l’agricoltura integrata, cioè un sistema agricolo di produzione a basso impatto ambientale, in quanto prevede l’uso coordinato e razionale di tutti i fattori della produzione allo scopo di ridurre al minimo il ricorso a mezzi tecnici che hanno un impatto sull’ambiente o sulla salute dei consumatori.

Naturalmente abbiamo visitato anche lo spaccio aziendale dove sono esposti tutti i prodotti finiti dell’azienda: dai formaggi pecorini freschi, semistagionati e stagionati all’erborinato di pecora; dai caprini ai vaccini e dalle ricotte fresche agli yogurth; vari tipi di pasta e di pane; mousse e marmellate; vini e aceto; dolci e infine persino i cosmetici estratti dalle piante coltivate nella stessa azienda. All’inizio della visita ci è stata servita una degustazione di vini in combinazione con i diversi tipi di formaggi : un’ esperienza deliziosa! Contemporaneamente, la nostra guida Massimiliano, descriveva i prodotti parlandoci dell’uvaggio rispetto ai vini e dei processi di trasformazione dei vari tipi di formaggio. Dopodiché abbiamo fatto una degustazione di olio d’oliva con il pane, prodotti entrambi in azienda.

Inoltre, c’erano tanti altri tipi di cibi e bevande come la farina, lo yogurt, la grappa, la carne, il miele, conserve, creme e nettare di pesca.

Per completare il nostro giro abbiamo fatto una visita agli animali della fattoria

Un pollaio dove c’erano diverse specie di galline: razza Ancona, gallina Millefiori di Lonigo, ecc. Continuando, siamo arrivati a un laghetto dove c’erano vari tipi di oche.

Dopo aver passato alcuni campi coperti da alberi da frutta e alcuni vigneti, siamo arrivatii ai recinti dove le mucche, le capre e le pecore erano raccolti in gruppi della stessa razza.

Alla fine, siamo entrati nella struttura ricettiva e abbiamo visitato il ristorante e il giardino dove l’estate si può cenare sotto dei tigli secolari mentre nel loggiato coperto gli ospiti vengono intrattenuti da band e gruppi che suonano musica classica e altri generi musicali, insomma, nell’angolo dedicato ai concerti.

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