Per arrivare alla fattoria di Agrilanga, Filippo, la mia guida, ha dovuto chiedere delle indicazioni ad alcuni autoctoni, essendo il posto difficile da trovare. Comunque dopo aver trovato la casa per gli ospiti siamo stati raggiunti da Massimo Trinchero, colui che si occupa di fare crescere le loro capre e della produzione del formaggio di capra. Dopo una breve camminata siamo arrivati ad un edificio dove una parte è adibita al caseificio, la parte centrale è dove vengono munte le capre e la parte restante ospita le capre. Attraverso l’utilizzo di un particolare impianto idraulico, una volta terminata la mungitura delle capre, il latte viene trasferito al caseificio per essere trasformato praticamente immediatamente in formaggio.
Essendo la stalla circondata da una proprietà di circa 50 ettari, dove le capre risiedono e dove possono pascolare liberamente per circa 9 mesi all’anno, mentre per i restanti 3 mesi sono alimentate con del fieno coltivato localmente. Dato che si tratta di una fattoria biologica, anche la coltivazione del fieno deve seguire determinate regole. Le capre non solo possono ricevere un nutrimento di prima qualità, ma vengono anche trattate nel migliore dei modi dato che la qualità del latte dipende anche dalla loro qualità di vita.
Il clima locale di questa fattoria, collocata nella parte meridionale del Piemonte, è estremamente influenzato dalla vicinanza del mare ed è caratterizzato da abbondanti precipitazioni. Ciò consente di avere, nell’area che circonda la fattoria, dei prati fertili e ricchi di erbe aromatiche, le quali, dopo essere state mangiate dalle capre, influenzano il sapore del loro latte.
I formaggi, che hanno come nome generico Robiola di Roccaverano, sono prodotti dal caseificio di Agrilanga. In realtà sono prodotti ben 6 tipi di formaggio:
- La Robiola di Roccaverano fresca DOC
- La Robiola di Roccaverano stagionata DOC
- La Langhetta
- Il formaggio fresco di capra
- Il formaggio di capra alle erbe
- Il formaggio di capra ai carboni vegetali.
I formaggi “Robiola di Roccaverano” sono famosi sin da prima che i Romani conquistassero l’Italia, e sono stati descritti dall’illustre autore romano Plinio il vecchio. Il nome Robiola deriva dal termine latino “robium” che fa riferimento alla superficie rossastra del formaggio, mentre Roccaverano indica il luogo di origine del formaggio. Una delle regole che devono essere seguite nel produrre tale formaggio afferma che deve essere costituito almeno per il 50% da latte di capra, mentre il resto può anche essere latte di mucca o di pecora.
Il sapore del formaggio varia a seconda della stagione in base a ciò che le capre mangiano. In primavera e all’inizio dell’estate, i gusti dominanti sono quelli d’erba fresca, ciliegia e nocciola. Alla fine dell’estate alcune capre diventano gravide e producono meno latte. Tuttavia in questo periodo il loro latte contiene più grassi ed i formaggi avranno così un gusto più deciso
Oltre alla fattoria Agrilanga, esiste un consorzio di 19 produttori su piccola scala di Robiola di Roccaverano, un prodotto quindi con molti contribuenti.
Il proprietario di questa fattoria, fondata nella metà degli anni 90, dopo circa 15 anni di attività è estremamente soddisfatto di vendere molti suoi prodotti in un luogo chiamato Grasse in Francia, considerato la patria del formaggio di capra. Inoltre questi formaggi sono anche esportati in Germania.