La richiesta di Torino di essere considerata “la capitale del cioccolato” risale a una tradizione che inizia nel 1600. Durante le guerre napoleoniche, il blocco navale del Mediterraneo aveva lasciato le fabbriche produttrici di cioccolato a corto di chicchi di cacao. Per risolvere il problema, un certo Michele Prochet, ebbe un’idea: miscelare il cioccolato con le nocciole. Inizialmente, il prodotto ottenuto veniva chiamato con la parola piemontese givu che significa mozzicone per via della forma arrotolata data al prodotto. Nel 1867 fu presentato in occasione del Carnevale il primo gianduiotto, già nella sua forma tipica e tuttora invariata: quella di una barca capovolta.
Per fare un ottimo gianduia, si deve usare poco zucchero: il gusto viene dato dal cioccolato e dalle nocciole. Un vero gianduia viene prodotto esclusivamente con nocciole Tonda Gentile che vengono coltivate solo in Piemonte e precisamente nelle Langhe, dove mi trovo. Per trasformarle in un ingrediente base per il gianduia, devono essere tostate lentamente e girate in continuazione. In questo modo, il centro della nocciola viene tostato senza che l’esterno venga bruciato.
La pasticceria di Eugenio Truffa esiste da 25 anni a Bossolasco, il paese delle rose. È un artigiano innamorato del suo lavoro. Arrivati nel suo locale senza preavviso si é comportato con noi con una gentilezza e una premura degne di nota. Attendendo il momento propizio, cioè quando il locale non era pieno di clienti, lo abbiamo avvicinato presentandoci e facendogli domande sul suo lavoro. Dopo le precauzioni di rito, ci ha accompagnato nel suo laboratorio al piano superiore e con fare molto gentile ci ha mostrato in modo fiero gli attrezzi del suo lavoro. Ho capito fin dall’inizio il perché della sua notorietà: se i suoi prodotti valessero anche solo la metà dell’ amore e della passione che ci mette a presentarli, sarebbero già di per sé eccellenti. Finita la parte teorica siamo ritornati nel locale dove é cominciata la parte più gustosa con assaggi di frutta mista di stagione con cioccolato fondente. Abbiamo potuto ammirare le creazioni artistiche in cioccolato, assaggiato i sorrisi di Bossolasco e la “gera ed Belb”: un vero tripudio per i nostri occhi (e non solo) di pasticceria fresca e secca, confetture, gelatine e gelati. Prelibatezze da non perdere.
Tutti i suoi prodotti si rifanno ad antiche ricette tradizionali (e non solo) piemontesi, dove Eugenio amalgama solo materie naturali di ottima qualità senza aggiunta di conservanti né prodotti chimici. La visita purtroppo è arrivata al termine e ringraziando nuovamente i signori Truffa abbiamo lasciato quel posto a malincuore. Il paese é un po’ fuorimano: da Alba dirigendosi a sud in direzione mare ci si deve inerpicare sulle colline della Medialanga. Ci vogliono circa 20 minuti, ma ne vale assolutamente la pena. Oltre ad una bella scorpacciata di dolci alla faccia delle diete, strada facendo si possono ammirare panorami e paesaggi stupendi, motivo in più per una tappa a Bossolasco.