Da centinaia di anni, per sopperire alla qualità non ottimale del vino prodotto, si distillavano le vinacce producendo il distillato secco o aromitazzato chiamato abbardente.Carlo Pische, che per molti anni ha svolto l’attività di meccanico, nel 2003, lo stesso anno si propone con una bottiglia di abbardente alla fiera Vinitaly di Verona vincendo il primo premio per la migliore immagine: bottiglia con immagine grafica stilizzata di un bronzetto nuragico riprodotta in trasparenza – senza etichetta.Questa sua prima vittoria inaspettata contribuisce al definitivo distacco di Carlo dalla precedente professione e alla determinazione di riappropriarsi del patriomonio culturale personale, familiare e locale.
Infatti, spinto dal desiderio di riannodare i fili della più antica tradizione del suo paese, e di trarre tutti gli elementi di continuità, racchiudendo nel suo progetto le molteplici realtà tradizionali e la più antica specializzazione dell’industria del luogo, ha chiamato la sua distilleria artigianale col nome di “Antiche Distillerie Lussurgesi”.
Dal 1838 esisteva già una distilleria lussurgese dalla quale Carlo ha voluto trarre le premesse di distillatore locale, infatti, il paese produceva nei secoli scorsi un’acquavite di fama, apprezzata in tutta l’isola. Qui ebbe anche sede, agli inizi del ‘900, la prima produzione di cognac sardo dei laboratori di distillazione del Professor Meloni. Successivamente, in virtù delle leggi europee, la denominazione del cognac può essere riferita solo al distillato prodotto nella omonima regione francese.
La differenza tra aquavite e cognac consiste nell’invecchiamento del distillato in botte di rovere francese per un periodo di almeno 3 anni.
La determinazione che caratterizza Carlo Pische lo ha condotto a ripercorrere le tappe storiche della più antica distilleria, e infatti, all’interno di una teca chiusa da una vetrina sigillata dalla Dogana, si può vedere una botte di rovere francese che contiene il prezioso distillato ormai invecchiato da 3 anni.
Quest’estate, a distanza di 120 anni dalla creazione del primo cognac sardo, si aprirà la sacra botte e il brandy verrà imbottigliato per essere venduto all’asta. Questo momento sarà un atto rituale all’interno di un convegno più vasto organizzato per festeggiare l’avvenimento: una celebrazione per sottolineare la riappropriazione di un prodotto storico lussurgese e sardo nata dalla piena coscienza delle proprie tradizioni.
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