- papassinos (pasta di mandorle, nocci, uvetta)
- seadas (ripieno di formaggio filante e limone contenute tra due sfoglie)
- formagelle (ricotta con scorza di arancia e un veta posata su una sfoglia di pasta di semola di grano duro dei bordi alti e undulati)
- quazza di Jerda (un particolare pane invernale dolcificato contenente nell’impasto ciccioli di maiale, anice stellata, vanillina)
- tiricche (formate da ripieno rapa, buccia di arancia gratugiata, mandorle e miele)
Forse la determinazione di Melania e Rosanna di fare della centenaria tradizione dolciaria la loro professione, rafforzando così le usanze locali è scritta nel loro DNA. A confermare il fatto che le donne di Palmadula siano molto determinate e piene di iniziativa è la storia della nascita di questa comunità: piccolo agglomerato di contadini e pastori che qualche secolo fa ha fondato Palmadula. Infatti, la storia narra che sia stata una donna, Peppa di Nurra, a dare vita al primo insediamento umano arrivando fin qui a cavallo, proveniente dai monti nuorese insieme a un piccolo gruppo di abitanti di quei territori arrivati su queste dune, ricoperte dalla macchia mediterranea e da numerosissime palme nane (da qui il nome di Palmadula), alla ricerca di terreni liberi dove lavorare e vivere. Passando per Palmadula oggi si possono mangiare ancora questi dolci tipici sardi che sono la delizia del palato alla pasticceria artiginale di Melania e Rosanna, “Dolci e Delizie”.
Località: Palmadula (SS)
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