“Il Cerchio” azienda agricola biologica Capalbio

by admin on 21/09/2018

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Questa azienda, che è situata in un angolo di paradiso ben protetto dalle colline del capalbiese e allo stesso tempo ventilato adeguatamente dalle brezze marine del Tirreno, coltiva i vitigni e gli ulivi in modo biologico fin dalla nascita, nel 1998, perché i loro proprietari considerano l’agricoltura biologica una strada obbligata e allo stesso tempo soddisfacente, una scelta necessaria per dare un futuro non solo all’agricoltura, ma all’intero ecosistema. La coltivazione biologica richiede l’uso dei soli concimi organici: rame, zolfo e funghi antagonisti per difendere le vigne e l’oliveto contro funghi e insetti nocivi. L’inerbimento si effettua solo con metodi meccanici. In generale, bisogna prestare una attenzione continua e puntuale in ogni fase di sviluppo e di crescita dei vitigni come degli ulivi.

L’azienda a conduzione familiare è piccola ma consistente. La proprietaria Corinna Vincenzi, che prima lavorava come architetto ed è di Milano, ha fatto dell’agricoltura biologica uno stile di vita, scelta condivisa dal marito e da suo figlio. Lei si è specializzata come sommelier e, quindi, ha una profonda conoscenza dei vini e di come possono essere realizzate le diverse fasi dei processi di produzione, trasformazione e di invecchiamento della preziosa bevanda.

Questi terreni, molto adatti alle colture vinicole e olearie, facevano parte dei poderi risultanti dagli interventi di lottizzazione e assegnazione ai contadini realizzati dalla “Riforma Agraria” degli anni ’50.

Dopo che si era proceduto ad espropriare le grandi estensioni di terreni che, in parte erano stati lasciati abbandonati dai latifondisti ed in parte erano dati in regime di mezzadria e colonia parziaria ai braccianti che non avrebbero mai potuto riscattarne la proprietà attraverso il lavoro delle loro braccia, attraverso la modifica dell’assetto agrario e l’appoderamento agli ex-mezzadri, i vari lotti vennero coltivati per alcuni decenni, ma alcuni di questi venivano successivamente abbandonati.

Corinna e il marito amavano questi luoghi che frequentavano da molti anni, ma solo durante le loro vacanze estive, piano piano hanno maturato l’idea di fermarsi qui non solo per le loro vacanze. Così hanno deciso di acquistare una parte di un ex latifondo nel 1988, in un momento in cui, il terreno aveva ancora le sue caratteristiche originali. Infatti, il podere acquistato era stato abbandonato da anni e il lavoro necessario per metterlo a coltura è stato lungo e faticoso. Tuttavia, con tanta passione e con l’aiuto di un anziano agricolture locale, l’amore per la terra ha contribuito a consolidare anche l’amore per il lavoro, certo duro, ma di grande soddisfazione.

Per alcuni anni, ha continuato a lavorare come l’architetto a Milano, ma nel 1992 tutta la famiglia si è trasferita definitivamente in questo luogo. Il figlio è cresciuto in questa area e, dopo gli studi all’universitari, ha deciso di tornare e collaborare con sua madre nella gestione dell’azienda.

Questa azienda è costituita da 5 ettari di vigne, di cui, 3 in produzione e 2 in crescita. Inoltre, ogni campo ha un tipo di vitigno unico. Si coltivano i seguenti vitigni autoctoni maremmani, due sono bianchi e gli altri sono rossi:

  • L’ Ansonica, di origine orientale e coltivato da secoli in Sicilia ed e stato portato sull’isola del Giglio e sulle coste del Argentario nel XVI secolo.

  • Il Vermentino

  • Il Sangiovese

  • L’Alicante: arrivato dalla Spagna nel XVI secolo

  • Il Prugnitello – antico vitigno

  • Il Ciliegiolo

I due ultimi sono stati piantati pochi anni fa. In generale, i vitigni cominciano a produrre via via dopo 3-4 anni e ci vogliono almeno 7-8 anni perché possano assicurare una piena produzione.

Il taglio dell’uva viene effettuato a mano.

Questa azienda produce i seguenti vini:

  • Ansonica Costa dell’Argentario DOC

  • L’Altro IGT

  • Valmarina IGT

  • Tinto IGT

  • Aceto di Vino IGT

L’azienda ha tutti i locali e le apparecchiature proprie: deraspo-pigiatrice, torchio, botti e barrique necessari per fare la vinificazione in modo tradizionale con una lunga macerazione per il rosso mentre il bianco è a temperatura controllata. Invece, le olive vengono mandate al frantoio ben noto della zona, “Terre di Maremma”.

Tutti i prodotti dell’azienda sono certificati da ICEA, Istituto per la certificazione etica e ambientale, uno dei primi organismi di controllo italiani riconosciuti dalla CE, e l’AIAB, Associazione Italiana Agricoltura Biologica, li garantisce con il suo marchio, ben conosciuto e apprezzato anche all’estero.

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