Azienda bio-agricola La Selva

by admin on 18/09/2018

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Avevo già visitato La Selva a marzo 2009, ma trattandosi di una azienda polifunzionale di grandi estensioni (829 ettari); dai molteplici e interessanti aspetti riguardanti i vari processi bio-dinamici, zootecnici e multiculturali a ciclo completo – ricomposizione del suolo-coltivazione-trasformazione e vendita dei prodotti –; ospitante anche una struttura agrituristica ed uno spazio vendite, è sempre utile tornare nelle diverse stagioni per osservare varie fasi di produzione e diversi momenti del ciclo delle colture, raccogliendo tante impressioni sul suo funzionamento e la sua filosofia ambientale.

Come sempre, la filosofia dell’azienda e quella di funzionare collaborando con la natura anziché sfruttarla. In questo modo la vita in superficie e nel sottosuolo risulterà sempre arricchita. Anche se non possiamo vedere a occhio nudo le piccolissime creature che vivono nel suolo e nel sottosuolo in simbiosi con le piante, queste ci sono e non sfuggirebbero all’osservazione al microscopio. Infatti, c’è una ricca fauna anche sotterranea che neanche i ricercatori moderni conoscono bene.

Ma il risultato visibile parla da solo: un suolo sano dà piante sane.

Qui si pratica un sistema a rotazione molteplice alternando con turni regolari i cereali, le foraggere e gli ortaggi con possibilità di inserimento della operazione del sovescio. Ogni ciclo dura 7-8 anni. L’erba medica viene coltivata 2-3 anni di seguito, ma la si raccoglie diverse volte all’anno evitando di farle portare a compimento la fioritura con conseguente caduta di semi sul terreno. A questo tipo si coltura si alternano anno dopo anno altri tipi di piante che arricchiscono li terreno di azoto fissativo a altri elementi nutritivi.

Ogni ciclo include la coltivazione del favino da sovescio che produce 2 effetti positivi sul suolo:

  • apporto di nutrienti per le culture successive.

  • riduzione degli effetti del dilavamento del terreno dovuto dalle piogge invernali.

Quest’azienda alleva bovini di razza Chianina da carne e il prodotto del compostaggio dello stallatico si usa come concime naturale dei campi dove si seminano i foraggi ed i cereali che ritornano poi agli animali come alimenti. I vitelli con le loro madri sono tenuti in stalle aperte per qualche mese. Così le mucche che sono delle madri molto protettive verso la prole, stanno il più possibile con i loro figli.

Per fertilizzare i campi, si usa anche il compost che consiste in paglia e letame derivante da residui della potatura e gli scarti organici provenienti dalla trasformazione dei prodotti agricoli.

Non si usano né i pesticidi né gli insetticidi che rendono le piante vulnerabili agli insetti come, per esempio, gli afidi, i quali potrebbero danneggiare la maggior parte delle colture. Quindi si applicano delle efficaci tecniche di difesa delle piante dai parassiti e da altre malattie. Alla base del sistema di difesa c’è la prevenzione che si realizza operando delle scelte opportune relative alle varietà delle colture ai metodi di cura del terreno con equilibrati usi di fertilizzanti che spesso provengono dalla appropriata rotazione delle colture e dagli scari organici delle varie lavorazioni che si svolgono nell’azienda.

Dunque, collaborando con la natura, la stessa natura trova i sistemi di difesa idonei a prevenire malattie infestanti e attacchi da parassiti. Pe esempio gli afidi che si riproducono a dismisura provocando danni a volte incalcolabili alle colture possono essere divorati da altri insetti come le coccinelle, le quali a loro volta si riproducono in gran numero nei terreni non trattati con insetticidi, lo stesso dicasi per altri tipi di insetti che non potrebbero riprodursi in presenza di determinate sostanze provenienti da pesticidi ed altri prodotti chimici. Alla Selva questo circolo alimentare è ormai inglobato nel sistema della prevenzione difensiva naturale perché si assiste annualmente alla riproduzione di milioni di coccinelle e di altri insetti utili alle colture. Per combattere le erbe infestanti, quest’azienda usa varie tecniche come la falsa semina, attraverso la quale si prepara un pezzo di terreno come se si volesse coltivare qualche verdura, ma senza seminare niente. In questo modo, si stimola la produzione delle erbe infestanti che si possono eliminare successivamente in modo naturale, per esempio anche con il piro-diserbo, cioè con l’uso del calore, il quale produce l’essicazione e la morte; o con mezzi meccanici atti all’estirpazione delle erbe.

Quest’azienda collabora con la natura perché ha aumentato la biodiversità del suo terreno attraverso sistemi diretti alla creazione e al mantenimento di habitat diversificati come, terreni incolti, zone umide e boschi, per un totale di 80 ettari.

LaSelva pensa anche agli uccelli e a come migliorare le loro condizioni di vita. Quindi, in collaborazione con gli ornitologi locali ha progettato e realizzato il reimpianto delle piante autoctone e arbusti che entrano nel ciclo biologico fornendo protezione a determinati tipi di uccelli che fanno parte di una catena alimentare specifica. Gli uccelli trovano rifugio negli alberi e allo stesso tempo vanno a caccia di quegli insetti che potrebbero danneggiare la produzione dell’azienda. Sugli alberi sono state posizionate anche tante cassette nido per loro. Un altro modo per arricchire la natura è quello di includere dei laghetti che consentono la costituzione, sulla superficie e lungo i loro argini, dell’habitat per rettili e gli anfibi, oltre a garantire l’utilizzazione di una notevole quantità d’acqua, nel caso di piogge abbondanti, e a rappresentare una riserva d’acqua per gli animali selvatici nei periodi di siccità.

Inoltre, sono stati disseminati dei mucchi di legno morto dove trovano il loro habitat tanti altri tipi di insetti utili e si pratica anche l’apicoltura per favorire l’inseminazione attraverso il lavoro di impollinazione delle piante operata dagli insetti che diffondono i semi delle stesse piante trasportando appunto il polline contenuto nei fiori.

La Selva tratta bene i propri animali cercando di assicurare loro una vita sana e non sottoponendoli a condizioni di stress.

Anche se non sembra possibile evitare la macellazione, alla fine, ma almeno durante la loro vita si cerca di farli vivere nei modi più naturali.

Grazie a tutte queste attività notate brevemente sopra, la fertilità del terreno di quest’azienda è cresciuto. la grande biodiversità ha ridotto notevolmente gli attacchi degli insetti e di malattie fungine.

Per ridurre il consumo d’energia elettrica dalla rete, l’azienda ha installato tre impianti fotovoltaici.

Si usa acqua con bassa pressione e l’irrigazione a goccia per innaffiare le piante. Per ridurre l’evaporazione dell’acqua, si copre il terreno che viene irrigato con un telo in materiale biodegradabile.

Inoltre, l’acqua proveniente dal pozzo viene filtrata, decalcificata e sottoposta alla luce ultravioletta per eliminare batteri e virus. Quindi, l’acqua, dopo essere passata attraverso le piantagioni, a fine ciclo produttivo viene depurata in un impianto di fitodepurazione.

L’ultima cosa, ma non di minore importanza: i dipendenti vengono trattati bene dal loro datore di lavoro.

Sicuramente, quest’azienda rispetta fino in fondo il motto di Slow Food: buono, pulito e giusto!

 

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