L’Agriturismo e l’azienda agricola il Paradiso

by admin on 01/11/2014

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L’azienda è nata nel lontano 1955 grazie all’iniziativa del signor Vito Minaudo che acquista una consistente estensione di terra a Barega, non lontano da Carbonia, con l’intenzione di dedicarsi principalmente alla viticoltura.

Attualmente è condotta dal figlio di Vito, Tommaso Minaudo, che insieme alla moglie e alla figlia Francesca, proseguendo il cammino intrapreso dal padre, ha innovato e riconvertito l’azienda utilizzando i terreni per le colture e per all’allevamento di animali di piccola taglia destinati alla gestione e alla ristorazione dell’azienda agrituristica “Il Paradiso”.

Arriviamo a Barega dopo un lungo viaggio sulla strada a 4 corsie che attraversando la piana del Sulcis-Iglesiente, porta fino a Cagliari. Gradualmente ci inoltriamo, per strade asfaltate secondarie, nelle fertili terre di Barega. Imbocchiamo gli stretti e i lunghi rettilinei di penetrazione agraria, tutti così identici corrono tra campi e canali; tra frangivento di eucalipti e zone ricoperte da macchia mediterranea, infine troviamo il cartello con l’indicazione che cerchiamo ( “Il Paradiso”) e giriamo a destra fino a imboccare un lungo viale alberato che, via via, si insinua tra campi erbosi fino a sconfinare all’improvviso in un ampio e ondulato giardino, disegnato dalle sinuose e morbide linee verdi dei piccoli rilievi in cui si articolano gli spazi annessi agli appartamenti riservati ai turisti. Il prato verde in cui si insinuano con discrezione le sobrie strutture destinate ad accogliere gli ospiti è perfettamente curato e sembra rivestire tutti i più piccoli anfratti dell’area. Numerosi alberi di alto fusto, tipici della macchia mediterranea, come i lecci, le querce da sughero, e gli arbusti di corbezzolo, fillirea e ginestra, si alternano a piccoli boschetti di aceri e a piante ornamentali. Roseti, melograni e cotogni sono diffusi dovunque, intorno alle verande annesse agli appartamenti, dietro gli edifici, davanti all’imponente costruzione che accoglie un’immensa sala ristorante, ampie cucine aperte sul giardino, la reception, una sala da colazione, una grande veranda con i giochi per i bambini e altri ambienti ancora.

Intorno alle lineari costruzioni e sulle cime dei piccoli poggi che fanno da corona al giardino e sui quali il prato si estende, l’aria è intrisa di profumi provenienti dalla terra ancora calda, di aromi intensi e penetranti della macchia, di profumi floreali delicati.

In questo mondo verde che circonda le sobrie strutture costruite nello stile proprio delle case rurali della Sardegna, ci sentiamo davvero all’interno di una dimensione fatta di colori e di silenzi, di profumi e di calde premure che evocano in noi immagini e sensazioni paradisiache. Si comprende perché il nome dell’agriturismo è proprio “Il Paradiso”.

L’attività della famiglia Minaudo non è solo frutto di capacità imprenditoriale, ma è evidentemente il risultato della realizzazione di una tendenza che affonda le sue radici nella vocazione agraria del territorio e nella tradizione familiare di cura e attaccamento alla terra. Riallacciandosi al filo della tradizione agraria e zootecnica del territorio, la famiglia Minaudo coltiva tutti i prodotti necessari alla struttura: dall’oliveto al vigneto; dagli ortaggi alle tante varietà di frutta; gli allevamenti vanno da quello delle lumache a quello dei conigli; dalle galline livornesi e dalle faraone alle anatre e ai tacchini. Una azienda multiculturale e multifunzionale.

L’agriturismo rivolge grande attenzione anche all’educazione dei giovani e intende stimolare l’interesse dei bambini alle attività tradizionali della regione. Per il conseguimento di questi importanti obiettivi culturali, l’azienda funziona come fattoria didattica collaborando alla realizzazione di progetti di attività agricola per le scuole.

Tommaso ci mostra con fierezza il lavoro fatto dai bambini durante la primavera. Una striscia di terreno posta a fianco del suo orto è stata utilizzata per una interessante esperienza didattica: qui i bambini hanno realizzato una piccola piantagione di pomodori, zucchine, melanzane e fagiolini e ne hanno seguito tutte le fasi di sviluppo: dalla crescita alla fruttificazione alla raccolta.

Si tende a riportare i terreni coltivati alla loro originaria vocazione, alla coltura estensiva, in armonia con una filosofia produttiva che mira ad alternare le colture in base alla stagionalità e all’annualità, in applicazione del principio della rotazione agraria, attraverso la quale si mira a restituire in modo naturale tutti gli elementi nutritivi al suolo che viene così arricchito e reintegrato delle sostanze rilasciate per alimentare le precedenti colture.

Quando, appena scesi dall’auto ci viene incontro Tommaso che con la sua grande affabilità e ci accompagna a visitare, prima l’area attrezzata per l’accoglienza, poi un lungo sentiero protetto da una fitta parete di alti lentischi che gira intorno al poggio dominante, per poi salire ancora più su, sulla cima della collina ricoperta da un oliveto illuminato dai riverberi del tramonto, crediamo di essere ormai arrivati alla porta del paradiso!

Questo è il posto in cui voglio costruirmi una casetta per trascorrerci tutta la mia vita”, ci spiega Tommaso, sorridendo orgogliosamente e lasciando che i nostri occhi sgranati colgano tutta la straordinaria vallata aperta da una parte sulle propaggini della piana del Campidano e sul mare, e dall’altra, protetta dai poderosi monti ricchi di metalli del Sulcis. Non possiamo fare altro che comprendere ancora una volta la ragione del nome dato a questo agriturismo.

Mentre completiamo il giro camminando sulla morbida ciba erbosa dell’area su cui sorgerà la casa progettata da Tommaso, scopriamo una scala di pietra rossastra che, sbucando tra i rami nodosi degli olivi, scende fino alla base della collina dove si apre una vasta piattaforma pavimentata con al centro una grande piscina.

Questo è lo spazio studiato per regalare sollievo e relax ai clienti durante i caldi pomeriggi estivi e per raccogliere tutti intorno alla piscina posizionata in un punto panoramico, corredata di un piccolo bar con banco di pietra ricavato dall’anfratto tra la base della collina e la piattaforma pavimentata.

Sembra che qui abbiano pensato proprio a tutto per non permetterti di andare più via.

Le premure e l’ospitalità dei proprietari raggiunge una punta d’eccellenza anche nella ristorazione realizzata con tutti i prodotti della stessa azienda trasformati e serviti secondo la tradizione più autentica della Sardegna.

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